Ecocardiogramma

Un Ecocardiogramma, o Ecocardio, è un esame diagnostico che, attraverso l’utilizzo di una sonda a ultrasuoni, permette al medico (per la precisione un medico cardiologo) di visualizzare il cuore, i vasi sanguigni a questo associati e il flusso di sangue all’interno delle cavità cardiache (atri e ventricoli).

COME FUNZIONA UN’ECOGRAFIA?

Nel corso di un’ecografia, i medici fanno uso di uno strumento chiamato ecografo.
Un ecografo comprende tre elementi principali: una console computerizzata, un monitor e una sonda a ultrasuoni (detta trasduttore)
La sonda a ultrasuoni è l’elemento dei tre che, appoggiato al corpo, permette di visualizzare sul monitor (dopo l’elaborazione da parte della console computerizzata) gli organi e i tessuti al di sotto dell’area esaminata.
Il trasduttore funziona con il passaggio di corrente elettrica alternata, la sonda produce una certa quantità di ultrasuoni; questi penetrano attraverso la cute e colpiscono i tessuti (o gli organi) sottostanti. Una quota degli ultrasuoni penetrati è soggetta a rifrazione (cioè è assorbita dal tessuto), mentre un’altra quota è soggetta a riflessione (cioè torna indietro, verso il trasduttore.
Nel colpire la sonda, la quota riflessa (chiamata anche “eco”) genera una corrente elettrica, che la console computerizzata sa interpretare e trasformare in immagini sul monitor.
La risoluzione delle immagini dipende dalla frequenza di emissione degli ultrasuoni: maggiore è tale frequenza, maggiore è la penetrazione degli ultrasuoni nei tessuti e migliore è la risoluzione.

a cosa serve?

Un Ecocardiogramma permette di individuare:

  • Un danno al miocardio (cioè il muscolo del cuore) provocato da un attacco di cuore (o infarto del miocardio). A seguito di un attacco di cuore, l’afflusso di sangue al miocardio è inferiore alle richieste e questo comporta la morte (o necrosi) dei tessuti maggiormente interessati dall’ischemia.
  • Uno stato di Insufficienza Cardiaca, ossia l’inefficacia del cuore a pompare adeguatamente sangue verso i vari organi e tessuti del corpo.
  • Difetti Congeniti del cuore, ossia anomalie anatomiche del cuore presenti dal primo giorno di vita e frutto di un errore di sviluppo, durante la vita intrauterina.
  • Una Valvulopatia, ossia qualsiasi alterazione funzionale o strutturale che interessa le valvole cardiache. Le valvole cardiache sono in tutto quattro e sono quegli elementi che, nel cuore, regolano il passaggio di sangue tra le varie cavità cardiache (ossia tra atri e ventricoli) e tra i ventricoli e i vasi che da questi dipartono.
  • Una Cardiomiopatia, una condizione morbosa caratterizzata da alterazioni prima anatomiche e poi funzionali del miocardio, che comportano una riduzione dell’attività contrattile del cuore.
  • Un’endocardite. che indica un’infiammazione dell’endocardio (ossia il rivestimento interno del miocardio) e delle valvole cardiache. Le endocarditi sono spesso condizioni di origine infettiva, per la precisione batterica.

Chiaramente, l’individuazione delle suddette condizioni attraverso l’Ecocardiogramma ha risvolti importanti in ambito terapeutico: la conoscenza della malattia cardiaca in atto consente di pianificare il trattamento più adeguato.

Esecuzione di un Ecocardiogramma ColorDoppler
Preparazione

La preparazione varia a seconda del tipo di ecocardiogramma che il cardiologo ha prescritto: l’Ecocardiogramma Transtoracico non prevede misure preparatorie particolari: i pazienti possono mangiare e bere anche poco prima dell’esame; se assumono farmaci, possono continuare a farlo senza problemi; ecc.

Procedura

A livello procedurale, l’Ecocardiogramma Transtoracico, l’Ecocardiogramma Transesofageo e l’Ecocardiogramma da sforzo presentano varie differenze.
Pertanto, è opportuno trattarli singolarmente, caso per caso.

Ecocardiogramma Transtoracico: In occasione di un ecocardiogramma transtoracico, un assistente del medico cardiologo (in genere un infermiere) invita il paziente a spogliarsi degli indumenti che ricoprono il torace e ad accomodarsi supino su un lettino apposito, presente nell’ambulatorio medico.
Una volta che il paziente è disteso sul lettino, con il torace nudo, interviene il cardiologo. Quest’ultimo applica, in alcuni punti strategici del torace, una serie di elettrodi e, nell’area dove appoggerà il trasduttore, una sostanza gelatinosa, nota come gel ecografico.
Il gel ecografico è fondamentale per ottenere immagini di buona qualità, in quanto elimina l’aria che potrebbe interporsi tra il trasduttore e la zona anatomica d’interesse (N.B.: l’aria rappresenta, ovviamente, un elemento di disturbo al funzionamento del trasduttore).
Applicato il gel, il cardiologo adagia sul torace il trasduttore e comincia a muoverlo in avanti e indietro. Mentre muove il trasduttore, osserva cosa compare sul monitor e registra, tramite la console computerizzata, le immagini più significative. Il movimento del trasduttore in avanti e indietro è importante per visualizzare da diverse angolazioni il cuore e i vasi associati.
A seconda della situazione, è possibile che il cardiologo richieda al paziente di respirare in una determinata maniera o di girarsi sul fianco sinistro.
Un ecocardiogramma transtoracico dura in tutto un’ora tuttavia, se la condizione cardiaca in atto presenta alcune particolarità, potrebbe durare anche più a lungo.

In genere, dopo un Ecocardiogramma Transtoracico, il paziente è libero di riprendere da subito le normali attività giornaliere.

Risultati

Nella maggior parte dei casi, il paziente conosce i risultati del suo ecocardiogramma a qualche giorno di distanza dalla procedura. Quest’arco di tempo serve al cardiologo per analizzare con accuratezza le immagini raccolte durante l’esame ecografico.

L’Ecocardiogramma è eseguito dal Dott. Michelangelo Luciani. Per info, contattare i numeri:

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