Ecografia Premorfologica

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L’ecografia premorfologica, eseguita generalmente intorno alla sedicesima settimana di gestazione, è un esame che consente di individuare precocemente alcune malformazioni fetali.

Viene considerata un esame prenatale di secondo livello da effettuare prima della vera e propria ecografia morfologica, normalmente consigliata dalla ventesima settimana.

La sua esecuzione è raccomandata in casi di aumentato rischio di anomalie cromosomiche o malformative, allo scopo di avere una diagnosi quanto più possibile precoce per poter eseguire approfondimenti diagnostici o programmare eventuali approcci terapeutici. Le indicazioni sono varie:

  • gravidanza a rischio per fattori materni, modalità di concepimento (alcune gravidanze PMA);
  • storia familiare positiva per anomalie cromosomiche e/o malformative;
  • precedente figlio con problematiche potenzialmente eredo/familiari;
  • assunzione materna di farmaci a rischio teratogeno (malformativo);
  • aumentato rischio risultante dall’esame di screening del I trimestre o dai test genetici non invasivi (NIPT.)

L’ecografia premorfologica è un esame non invasivo, che comunque non esclude ma integra i test diagnostici invasivi più approfonditi come amniocentesi e villocentesi, necessari nel caso in cui l’ecografia evidenziasse problematiche di vario genere.

In simili situazioni è indispensabile velocizzare i tempi della diagnosi per consentire alla coppia di decidere se orientarsi all’esecuzione di un eventuale esame invasivo (amniocentesi, eseguita tra la 16° e la 18° settimana). Soprattutto nei casi in cui i futuri genitori decidano di non eseguire esami invasivi (che comportano sempre un rischio, benché minimo) è estremamente utile effettuare un’ecografia premorfologica per avere quante più possibili informazioni sullo stato di salute del feto.

La sua esecuzione avviene solitamente tra la quindicesima e la diciottesima settimana, ovvero in un’epoca gestazionale alla quale le strutture fetali, sebbene non abbiano raggiunto lo sviluppo definitivo, permettono una valutazione affidabile di anomalie maggiori o quantomeno di sospetto, per poter eseguire eventuali valutazioni mirate e follow-up.

Gli ultrasuoni, che sono onde sonore innocue sia per la madre che per il bambino, attraversano l’addome della gestante per mettere in evidenza immagini bidimensionali e tridimensionali del contenuto uterino.

Con questo esame è possibile evidenziare:

  • battito cardiaco fetale;
  • valutazione quantità di liquido amniotico;
  • localizzazione placentare;
  • biometria fetale (misura del cranio, circonferenza addominale e delle ossa lunghe);
  • valutazione precoce dell’anatomia fetale;
  • ricerca di “soft maker”, utili per calcolare il rischio di comosomopatie.
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A cosa serve?

L’esecuzione dell’ecografia premorfologica è indicata nei seguenti casi:

  • Per fattori di rischio materni (obesità, diabete, età avanzata);
  • Per familiarità per condizioni malformative o cromosomopatie;
  • In caso di esposizione a radiazioni o assunzione di particolari farmaci nel I trimestre;
  • in presenza di un rischio aumentato fornito dal test di screening del I trimestre (translucenza nucale e test combinato, o “bi-test”) o dai test genetici non invasivi (NIPT);
  • nei casi di gravidanza a rischio per malformazioni cardiache, del sistema nervoso centrale, dell’apparato renale, delle pareti addominali, degli arti e del viso;
  • per monitorare la crescita fetale quando l’embrione si sviluppa più lentamente.

Mediante questa ecografia, viene infine offerta l’opportunità di effettuare un’analisi strutturale del feto, compatibilmente con il suo sviluppo per l’epoca gestazionale. Anche la valutazione biometrica può essere utile per ulteriori controlli che, attraverso successivi controlli ecografici, consentono di monitorare l’accrescimento del feto.

La premorfologica non permette di evidenziare le patologie che mostrano caratteri evolutivi in epoche successive di gravidanza, in quanto tali difetti non sarebbero visibili in epoche precoci (ad esempio disturbi strutturali del cervello, del cuore), né può fornire informazioni genetiche “certe”. Questa analisi serve sostanzialmente per valutare soltanto il sospetto di eventuali patologie ma non di diagnosticarle con certezza, cosa che può essere fatta mediante eventuali esami invasivi o ecografici successivi. 

La maggior parte delle anomalie, infatti, può essere visualizzata dopo la 22esima settimana, o addirittura nel III trimestre, quando lo sviluppo del feto è più completo.

L’ecografia premorfologica, infatti, viene effettuata in un periodo in cui alcune parti anatomiche del feto non sono ancora sviluppate, oppure sono troppo piccole per essere analizzate completamente. Il suo scopo è soprattutto quello di rassicurare i futuri genitori sul corretto procedere della gestazione, segnalando l’eventualità di situazioni critiche. Pur non essendo in grado di offrire diagnosi definitive, così come per la metodica ecografica in generale, essa consente di monitorare in maniera completa e affidabile le prime fasi di sviluppo del feto.

Ecografia premorfologica: quando farla?

L’ecografia premorfologica viene consigliata tra la 15esima e la 18esima settimana di gestazione. Viene considerato un esame di riferimento o di secondo livello che permette una visualizzazione precoce del feto sia in condizioni normali che su pazienti ad alto rischio, per le quali è fortemente raccomandato.

La sua esecuzione precede l’epoca di un’eventuale diagnosi prenatale invasiva (amniocentesi), permettendo di modularne l’esecuzione o quantomeno di aiutare la coppia a decidere se eseguirla oppure no. In un periodo così precoce della gestazione, l’ecografia premorfologica offre una gradualità diagnostica senza l’obbligo di scontrarsi con scadenze temporali come avviene invece per l’ecografia tradizionale effettuata tra la 20esima e la 22esima settimana, in virtù delle leggi vigenti nel nostro Paese.

Se effettuata da personale competente, una simile analisi rappresenta un ottimo punto di partenza per seguire poi la gestante durante la gravidanza, evidenziando le modificazioni morfologiche dell’embrione, nell’ottica di un controllo molto più continuativo e completo.

I genitori devono comunque essere informati che a causa della precocità dell’epoca gestazionale (15esima e 18esima settimana), gli esiti dell’ecografia possono essere incompleti e necessitare di approfondimenti.

Ecografia Premorfologica Viterbo

All’interno del nostro Centro Polispecialistico a Viterbo è possibile effettuare ecografie premorfologiche. Per maggiori informazioni contattare i numeri:

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